Attenzione perché basta un piccolissimo errore e ti trovi con la pensione bloccata dall’Inps. E’ già successo a molti.
Ad arrivare alla pensione ci si mette quasi una vita ma a perderla basta poco, anzi pochissimo. Moltissime persone, in queste settimane, stanno vivendo un vero incubo: pensione bloccata a causa di un piccolo errore di cui erano totalmente inconsapevoli. Un bel guaio per chi non ha altre fonti di reddito.

Se una persona non lavora più e magari è sola e senza figli, trovarsi senza l’assegno previdenziale significa, in poche parole, trovarsi senza nulla. Come arrivare alla fine del mese? Eppure è quello che stanno vivendo tanti cittadini disperati. Infatti di questi tempi a perdere l’assegno ci vuole veramente poco.
A molti, ad esempio, viene sospeso in quanto non sapendolo si rimettono a lavorare dopo essere andati in pensione con Ape sociale o con una misura a Quote: opzioni che non consentono di accumulare reddito da pensione con reddito da lavoro. Altri invece si vedono bloccare la pensione sul nascere: l’Inps non accetta la domanda. Cosa determina questa impasse e, soprattutto, cosa si può fare per uscirne?
Pensione bloccata a causa dei contributi: ecco cosa fare
Hai raggiunto 67 anni di età, hai lavorato per 20 anni e, allora, fai domanda di pensionamento all’Inps sicuro che tutto andrà liscio come l’olio. E, invece, no: l’Inps blocca tutto e tu resti a bocca asciutta. Che cosa sta succedendo? E, soprattutto, che cosa puoi fare per ricevere il tuo tanto sospirato assegno?

Lavorare per 20 anni non significa, automaticamente, avere tutti i contributi che servono per poter accedere alla pensione. Se, ad esempio, mancano dei contributi all’appello allora l’Inps respingerà la tua richiesta di uscita dal lavoro. Infatti i contributi sono un requisito essenziale e devono essere rigorosamente minimo 20: basta anche solo un mese di contributi in meno per vedersi rifiutare la domanda di pensionamento.
Se, pertanto, ti accorgi che l’Inps ha bloccato la tua procedura perché ti mancano dei contributi allora devi intervenire subito in quanto, con il passare del tempo, la situazione potrebbe diventare irrisolvibile. Pertanto occorre subito contattare l’Inps con le prove che quai pagamenti sono avvenuti: i bollettini relativi ai pagamenti effettuati nel caso dei lavoratori autonomi oppure le buste paga e i modelli CUD nel caso dei lavoratori dipendenti. Nel caso, nonostante tutte le prove, l’Inps ancora rigettasse la domanda, a quel punto l’unica strada è fare ricorso.
Attenzione però: si parla di situazioni in cui i contributi non sono stati conteggiati per errore dall’Inps ma che sono stati versati. Non si tratta di situazioni in cui i contributi non sono stati versati. In quest’ultimo caso non si può fare nulla se non colmare i vuoti contributivi pagando di tasca propria. In alternativa si dovrà attendere di compiere 71 anni: a quel punto, per ottenere la pensione, basteranno anche solo 5 anni di contributi.





