L’Italia torna agli Oscar 2026: il film che nessuno si aspettava sta facendo parlare Hollywood

Da qualche mese, nel dibattito internazionale dedicato alla corsa agli Oscar, il nome dell’Italia è tornato a circolare con una certa insistenza. Non capita spesso. Negli ultimi anni la presenza italiana nella categoria Miglior Film Internazionale è stata discontinua, spesso compressa tra produzioni più aggressive, campagne più strutturate e cinematografie emergenti molto competitive. Quest’anno, però, la conversazione sembra aver cambiato direzione: un titolo italiano ha iniziato ad attirare l’attenzione dei critici stranieri, non con il clamore del grande evento, ma con la forza lenta e costante dei film che crescono nel tempo.

locandina film familia, occhio che piange
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Le candidature ufficiali dell’Academy arriveranno tra dicembre 2025 e gennaio 2026, seguendo la tradizione degli anni precedenti. Fino ad allora si muoveranno solo pronostici e osservazioni, ma una cosa è già evidente: la produzione italiana scelta per rappresentare il Paese ha iniziato ad avere una risonanza fuori dal perimetro nazionale. Non solo perché affronta un tema forte, ma perché lo fa con un linguaggio che risulta immediatamente leggibile anche all’estero.

Il contesto internazionale e perché “Familia” sta emergendo

Questa volta, però, l’attenzione non è arrivata grazie a un grande maestro o a un titolo già avvolto dall’hype, ma per il percorso sorprendente di Familia, il film di Francesco Costabile che l’Italia ha scelto per rappresentarla nella corsa verso gli Oscar 2026. La pellicola, presentata nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia, racconta una vicenda intima e complessa attraverso lo sguardo del giovane protagonista, interpretato da Francesco Gheghi. Luigi, questo il suo nome, vive in una famiglia segnata da ferite profonde: un padre ingombrante e irrisolto, interpretato da Francesco Di Leva, e una madre fragile ma determinata, interpretata da Barbara Ronchi, che cerca di tenere insieme ciò che resta di un nucleo spezzato.

Costabile sceglie un linguaggio sobrio, senza indulgere nella retorica del dolore. Le periferie romane diventano una cornice che amplifica la tensione, mentre la fotografia di Giuseppe Maio restituisce ambienti concreti, imperfetti, vissuti. Il montaggio di Cristiano Travaglioli accompagna il racconto con un ritmo che non accelera mai artificialmente, ma lascia emergere ogni frattura emotiva. È un film che non alza la voce ma che resta, e questo è uno degli elementi che ha catturato l’attenzione dei critici stranieri: un’opera capace di parlare un linguaggio universale pur conservando un’impronta profondamente italiana.

Un’occasione per l’Italia e un confronto con la storia recente agli Oscar

Il possibile ingresso di Familia nella cinquina dell’Academy assumerebbe un significato particolare per il nostro cinema. L’ultimo trionfo risale al 2014 con La grande bellezza di Paolo Sorrentino, mentre negli anni successivi l’Italia ha più volte sfiorato il risultato senza riuscire a conquistarlo. Titoli apprezzati, come Il Capitano di Matteo Garrone, hanno ottenuto riconoscimenti internazionali, ma non sono riusciti a superare l’ultimo passaggio.

In questo contesto, l’emergere del film di Costabile appare come un segnale di discontinuità. Non si tratta di un kolossal né di un’opera costruita per piacere all’estero: è un racconto che affronta il trauma familiare con una sincerità rara, senza trasformarlo in spettacolo. Questa autenticità, secondo molti osservatori americani, è la sua forza maggiore. In un panorama globale in cui molte produzioni inseguono formule narrative simili, la capacità di proporre una voce distinta potrebbe diventare un elemento competitivo.

Il percorso che attende Familia nei prossimi mesi sarà determinante. Serviranno proiezioni dedicate agli Academy members, una presenza costante nei festival internazionali e una campagna di comunicazione capace di far emergere la specificità del progetto. Se la pellicola riuscirà a imporsi nella shortlist, l’Italia potrebbe tornare a occupare uno spazio significativo nel racconto cinematografico globale. In caso contrario, resterà comunque l’immagine di un film capace di riaccendere l’attenzione su un cinema nazionale che, quando trova la sua voce, sa ancora sorprendere.

Il fatto che Hollywood abbia ripreso a guardare nella nostra direzione è già un risultato. Il resto lo deciderà l’Academy, ma la strada aperta da Familia segna comunque un momento importante per il presente, e forse per il futuro, del cinema italiano.

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